9

Sabato 8 ottobre sono andato a Milano per partecipare al Mad Pride, giornata organizzata in Italia dall'Associazione di Promozione Sociale "Il Cappellaio Matto".

Dapprima c'è stata una manifestazione in piazza san Babila, e poi un incontro nella sede della Casa della Cultura. Raccontare tutto per filo e per segno viene "impossibile". Ma anche parlare delle cose e dei momenti più salienti è alquanto arduo, per cui opterò per alcune delle cose che mi hanno colpito di più e descriverò alcune mie impressioni.
Sono arrivato in piazza con una mia amica di Milano, con cui ci eravamo incontrat@ circa un'ora prima. Lì ho incontrato alcune persone che già in passato avevo incontrato, altre con cui ero in contatto ma con le quali non ci eravamo mai vist@, e altre persone che non conoscevo. Con tutte loro sentivo una qualche affinità e un qualche legame.
Vi era un microfono, e più persone si sono succedute a parlare, e alcune anche a recitare. Mi ha colpito e toccato parecchio la testimonianza di una donna. Ha narrato di come ha subito un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), del perché (insistenza nel richiedere del cibo che al mc donald stavano buttando via), di come l'hanno sballottata di ospedale in ospedale, di come la bombavano di psicofarmaci ovunque arrivava. Ha raccontato il tutto con una rabbia ed una grinta fortissime, facendo quindi capire meglio cosa le avevano fatto, qual era stato il suo vissuto e come la pensa sulla psichiatria. Quante concordanze di pensiero! ;-)
È stato un pomeriggio gradevole.

Ci siamo poi avviat@ verso la Casa della Cultura. La sala era quasi piena, e mi ha fatto piacere vedere le persone coinvolte e interessate, specie in certi momenti di alcuni passi degli interventi di alcun@ relator@.
Io ho parlato dello stigma e della dignità delle persone, argomentando che lo stigma dell'etichetta psichiatrica uccide la dignità delle persone - poiché queste non sono più viste e considerate come tali, perché ogni cosa che dicono e fanno, anche quando dovesse essere geniale, non viene considerata, non viene riconosciuta, viene rigettata e viene trattata alla stregua di un prodotto di scarto fuoriuscito da una mente malata. Ciò mortifica sempre più la dignità delle persone psichiatrizzate, facendole sprofondare sempre più, in quanto è veramente difficile reggere l'impatto tremendo di questo annichilimento operato nei loro confronti.
Poi ho letto dal mio libro (Vengo dalla piccola valle) di come mi hanno portato in psichiatria, di come mi hanno legato al letto, cosa ho provato. Perché ho raccontato di quella mia esperienza e del mio vissuto, perché ho voluto descrivere cosa si prova e come ci si sente dilaniare dentro quando si è legati al letto? Perché, nonostante le evidenze contrarie e le persone morte legate al letto, gli psichiatri e le psichiatre dicono sempre che la contenzione è terapeutica. Dopo aver detto queste cose al convegno, ho aggiunto che l'ultima volta che avevo letto di questa cosa era stato qualche giorno prima. Al processo per la morte di Francesco Mastrogiovanni, morto in TSO legato al letto dopo più di 80 ore continuate di contenzione, il direttore sanitario ha detto che la contenzione è terapia... Ho concluso dicendo grazie alle persone presenti, le quali hanno applaudito con trasporto. Alcune persone mi hanno poi detto che ho commosso tutta la sala. Non che mi sia dispiaciuto ciò, anzi, così come non mi dispiace in generale questo mio riuscire a commuovere. Quello che però spero, auspico e per il quale mi do da fare, è che le persone non vedano solo un "lamento" da parte mia. Difatti, ciò che a me interessa è che le persone traggano da determinate cose lo stimolo per attivarsi e provare a far sì che certe torture non avvengano più, torture che nel nostro Paese invece avvengono alcune migliaia di volte al giorno.
È stato un incontro interessante.

Dopo che il convegno è finito, una quindicina di persone siamo andate al Leoncavallo, e abbiamo cenato lì. Abbiamo parlato su parecchi argomenti, ci siamo scambiati opinioni e raccontato esperienze, e altro ancora. Anche qui la serata è stata abbastanza piacevole. Pare che le cene e le serate più belle siano quelle che ci sono dopo gli incontri antipsichiatrici... ;-)

Poi ci siamo salutat@, e con la coppia che in quei giorni mi ha ospitato ci siamo avviat@ verso la Valtellina, ove sono rimasto alcuni giorni, trovandomi bene con le 2 persone amiche. Spero che pure loro si siano trovate bene con me... ;-)
Un abbraccio a tutt@
Natale
P.S. Non ho nominato nessun@ solo perché non voglio correre il rischio di dimenticare qualcun@.
http://senza-futuro.blogspot.com/2011/10/natale-milano.html